Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
Cecco grullo | 117 |
— Cecco, non ti pare di veder roba quaggiù?
— Io non vedo nulla.
— C’è davvero qualche cosa.... Mi pare uno ritto.... Ma sarà forse un ubbia. No, qualcosa c’è. L’hai il coltello tu? Già il coltello in certi casi è inutile.
— Fermati!
— Lasciami!
— Dio!.... C'è un’ombra!
Era davvero un’ombra grande, smisurata, tutta bianca, cogli occhi e colla bocca di fuoco, che si avanzava lentamente verso di loro.
Tonino dètte una stretta a Cecco, e via a gambe.
Colla coda dell’occhio Cecco vide l’ombra bianca, e fuggì dietro a Tonino. Gli si rizzarono i capelli in capo, e si sentì piegare i ginocchi. — A un tratto sbucarono fuori da una macchia quattro o cinque, che gli si pararono davanti. Cecco non vide più nulla: gli parve di esser morto, e cascò in terra.
Quei quattro o cinque erano i compagni, che aspettavano l’esito della celia: dopo qualche minuto apparve anche quello, che aveva fatto da ombra, e costì principiarono tutti a ridergli d’intorno. Cecco era come fuori di sé... Li guardava tutti cogli occhi fissi, e rideva, ma con riso da strullo.
Per farla corta, lo portarono a casa come