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116 | Cecco grullo |
— Senti....
— Che cosa?
— Non ti par di sentire dei campanellini?
— Se è un baroccio!
E infatti un baroccio, dopo poco, apparve lontano, alla voltata. Si vedeva il lume del lanternino strisciare per la strada fradicia fino a loro. Quando passò vicino, l’ombra delle rote girò nel chiarore del lume, e un canino pomero abbaiò. Il barrocciaio, che dormiva bocconi, alzò il capo e si ributtò giù.
— Se non sbagliamo la strada, è un miracolo davvero!
Poi:
— Ora c’è lo spirito sul serio.
— Che c’è?... — diceva Cecco stringendo il braccio al compagno.
— Nulla.... — e rideva. L’acqua veniva più fitta e più grossa.
E Tonino seguitava:
— Se avessi creduto d’incontrare una nottata simile, non ci sarei venuto davvero!
— Se torniamo a casa è un vero miracolo.
— Coraggio.... sempre coraggio!
Intanto si erano avvicinati al luogo scabroso.
Apparve di lontano il lumicino fioco del tabernacolo. Cecco si levò il cappello e Tonino al riflesso del lume gli vide il viso bianco come un panno lavato.