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110 Cecco grullo


di non ridere. Sentirete; la fo io la parte. Via, via, eccolo!...

— Ed io scommetto che tu non ci passeresti no, di notte dal tabernacolo di ***. Anche mille lire, se le avessi. Di giorno si fa tutti i bravi, ma la notte.... la notte è un altro par di maniche. Che ho avuto mai paura io?... Eppure dall’altra sera in poi.... ci penserei due volte, e poi non ne farei nulla.

Cecco si accostò.

— Non mi vergogno a dirlo, io non ci tornerei neppure a darmi cento lire.... Lo sentivo dir da tutti, che lì al tabernacolo, ci si vedeva, ma non ci credevo; ora però ci credo.

— O che ti hanno fatto? — domandò Cecco adagio adagio.

— Fatto non mi hanno fatto nulla. Ma ecco, veder quell’ombra.... lì proprio al tabernacolo, sentirsi camminar dietro in quel modo... pareva uno scalzo.... e con quegli occhi rossi, e vederselo a un tratto accosto sotto l’ombrello e sentir quel coso tutto pelo.... Ogni volta che me ne rammento mi viene un non so che....

— Ma che vi sia parso?.... — domandò Cecco.

— Che parso e non parso?

— I discorsi non li conto. Insomma. Scommetto che tu non sei capace d’andarci.

— Io non dico....