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Cecco grullo | 107 |
— O che hai? Hai perso la lingua? Ma perchè ti volti sempre indietro? Ah! Ho inteso.... Un po’ di paura eh? Ma tu sei con me: non tremare. Coraggio! E per corbellarlo gli cantarellava:
E al buio, alla pioggia, alla neve |
Cecco ritornò altre due o tre sere a veglia. La seconda volta fu un po’ vergognoso colla Lisa, la terza meno.
Un giorno, un certo Santi, amico di Tonino, gli disse:
— È vero che Cecco è grullo, ma non c'è da sapere. Tante volte la comodità, dice il proverbio, fa l’uomo ladro, e anche coi grulli non c’è poi tanto da scherzare. Sarebbe bella che t’avesse a rubar la sposa e t’avesse a corbellar lui! Tu avessi a far come i pifferi di montagna!
Alla Lisa un’amica le domandò:
— Ma è vero che tu fai all’amore con Cecco!.... Tu lo sbertavi tanto!....
— Ma che ti pare?!! — rispose la Lisa! — Che mi volessi mettere con quel grullo lì!
— Bada, — soggiunse l’altra; — tante volte chi biasima vuol comprare!
Qualcun’altra le fece il medesimo discorso, sicchè dopo la quarta sera la Lisa trovò Tonino, e gli disse: