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Cecco grullo 95


non rivedeva nessuno. Ci si può figurare, non aveva bene; gli pareva esser sulle spine, e domandava a tutti:

— L’avete veduto Tonino?

E tutti dicevano:

— O che diavolo vuole Cecco da Tonino, a cercarne in quel modo per mare e per terra?

Finalmente una sera lo incontra.

— E così?...

— Lasciami stare, — gli rispose Tonino; — non lo crederai, ma in questi giorni non ho avuto tempo neppure di respirare.

— O allora quando ci vai?

— Domani sera ho fatto conto di andarci in tutte quante le maniere.

— Sicchè.... domani....

— Domani no: doman l’altro ti so dir qualcosa di sicuro. Rimettiti a me, e non dubitare.

Per Cecco il giorno dopo non finì mai. La sera andò a letto, ma non dormì; appena giorno usci fuori, e andò difilato a cercar di Tonino fino a casa.

— E così?

— E così... Ritorno ora... ma non di lì...

— O da dove?

— Da Firenze! Tu mi guardi eh! Quando lasciai te l’altra sera, arrivai a casa e ci trovai una lettera del balio della mia cognata, che mi chiamava a Firenze. (Cecco non sapeva