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Cecco grullo | 93 |
— E perchè tu non la sposi la tale? — gli domandavano: quello sarebbe un buon partito.
— O che avete paura che manchin le donne? Eppure lo dovreste sapere che ce ne toccano sette e mezzo per uno! Quando la vorrò moglie, la piglierò!
Diceva così per fare il disprezzante, ma lui aveva bell’e messi gli occhi addosso ad una e, per dir la verità, non aveva avuto cattivo gusto.
Era la figliuola del contadino del priore di ***, ma bella, la più bella del vicinato. Era un pezzo di ragazza bionda, grande, formata, di un bel carnato, e fresca come una rosa: non pareva neppure una contadina.
Per la festa a ***, dopo le funzioni, Cecco era con un certo Tonino, uno strumento, cari miei, da non si dire. S’era proprio accostato bene; e si misero tutt’e due sul cimitero a veder uscir le ragazze di chiesa.
Ad un tratto esce la Lisa, quella che piaceva a lui, come ho detto. Tutti guardavan lei. Pareva un occhio di sole.
Quando passò davanti a Cecco e al suo compagno, la Lisa sorrise, com’era suo fare.
Cecco prese quel sorriso per sè, si sentì crescere mezzo braccio, e gli scappò detto, così come si farebbe:
— Gesù non vuol bugie, ma con lei ci farei all’amore proprio volentieri!