Pagina:Giovanni Magherini-Graziani - Novelle valdarnesi.djvu/123

88 Cecco grullo


— È un fatto. Vi cresce sempre di più. Vi gonfia a tutt’andare. E poi guardate se vi dico bugia: guardatevi da voi. — E gli dette quello specchio tondo, che hanno i barbieri, dove si vede grande. Un occhio di un cristiano lo fa grosso come quello di un bue.

Cecco non si riconobbe: sfido io, a vedersi una faccia grande come un’aia! Allora sì che lo fece il viso bianco dalla paura. E quell’altro seguitava, sempre senza ridere:

— Date retta a me. Andate a cercare il medico: tante volte non si può sapere ... E poi alle cose è sempre bene pigliar rimedio in tempo. Dove avete il cappello? Ah! È qui!

Gli dà il cappello: Cecco prova a metterselo in capo, e non gli entra... Sfido io, gli avevano ritirato il nastro due dita!... Impaurito, va sotto le logge... Quel birbone di barbiere apposta gli aveva fatto la barba solamente da una parte e tutti lo guardavano ridendo: Cecco, confuso, si persuase sempre più di avere la testa enfiata per davvero.

— Appunto lei, — disse il barbiere al dottore che passava. — C’era quest’uomo che ne cercava.

Cecco aveva il cappello in mano.

— State comodo, galantuomo. Che mi dicevi?

— Ero venuto da lei...