Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
Cecco grullo | 87 |
E, tornato in bottega, principiò, nel tempo che affilava il rasoio sulla striscia, a guardar fisso Cecco e a dirgli:
— Cecco, ditemi la verità, ma che vi sentite male stamani?
— Perchè? — gli rispose Cecco meravigliato da quella domanda e guardandolo in viso con quella sua aria grulla.
— L’ho dimandato così di mio, tanto per dir qualcosa.
E seguitò a strisciargli sul viso il rasoio. Ma figurava solamente di fargli la barba, perchè strisciava quasi sempre nel medesimo posto.
— Ma come? Non vi sentite proprio male? Pare impossibile!
— No, ma perchè mi fate questa domanda?
— Mi pareva che aveste il viso bianco.
— Il viso bianco?!
— Se volete alzarvi, alzatevi pure: non fate complimenti; non vi riguardate.
E seguitò a fargli un altra po’ di barba.
Poi si fermò di nuovo, e serrò il rasoio.
— Gli è che non lo volete dire, ma voi vi dovete sentir male. È meglio smettere.... Avete fatto un certo viso...
— Ma che ho?
— Forse parrà a me... cioè senza forse... vi gonfia il capo.
Cecco lo guardò stupito.