Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
Lo Specchietto | 81 |
reva più lui, appena si sentiva. Non faceva altro che dire:
— Lo vo’ ammazzare! lo vo’ ammazzare!
Principiammo ad impaurirci e a piangere e berciare. A sentir tutto quel chiasso, così di notte com’era, anche mio zio si levò a vedere che cosa fosse successo.
Mio padre intanto si era avvicinato alla finestra, aveva puntato il fucile e diceva:
— Eccolo lì! Eccolo lì! Lasciatemi andare, lo vo’ ammazzare.
E noi non vedevamo nulla!
Insomma dopo un pezzo mio zio riuscì a prendergli di mano il fucile, e prega e riprega, lo menarono in camera, e lo fecero entrare a letto. E ne aveva proprio di bisogno; aveva una febbre da leoni, e dopo mezz’ora non intendeva più nulla: era fuori di sè.
In otto giorni che stette a letto era diventato tanto strafigurito che, quando uscì di casa le prime volte, tutti lo guardavano.