Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
Lo Specchietto | 71 |
La gente passava nello specchio, come se vi fosse stata una processione.
— È questo? — domandava sempre l'ebreo. — È questo?
Paccheri diceva di no, perchè per lui erano tutti visi nuovi.
— State attento! Il ladro deve esser vicino!
Paccheri era tutt’occhi. Passano altri due o tre; ad un tratto si vede comparire davanti nello specchio il suo cognato e il suo nipote con un sacco di grano per uno sulle spalle.
Paccheri non potè stare alle mosse. Si alzò dalla seggiola infuriato, ed esclamò:
— Come arrivo a casa li vo’ ammazzare tutti e due!
Non ebbe finito di dirlo che ad un tratto si trovò scaricato sulla Piazza di Castello, distante un miglio da casa sua, proprio davanti alla chiesa di S. Filippo. Chi ce lo portasse non si sa; ma però ci vuol poco ad indovinarlo.
Si trovò in terra senza saper come.
— O non ero a Firenze? — diceva fra sè.
Vede la chiesa, la guarda, e non la riconosce.
Non sa se sia desto o no.
Dopo vede i lumi alle botteghe lì di piazza, sente venir gente, principia a raccapezzarsi, si alza ed esce fuori dalla porta per venire a casa.