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strada di Firenze. Empoli mi piacque molto per la sua aggradevole situazione lungo le amene rive dell’Arno; era ivi per me anche a proposito il soggiorno, per la vicinanza di Firenze, ove avevo i miei capitali; ma quest’Empoli, luogo di molto traffico, quasi Emporio secondario di commercio, riescivami troppo clamoroso, ed inquieto.

Mi dilettava però assai la vista delle vaghe adiacenze di quel paese, cosicchè presa una mattina la riva dell’Arno verso levante, andai come in traccia della terra ove posarmi. Travai dopo poco più di un miglio un piccol villaggio, che ne aveva altro più cospicuo a fronte sulla riva opposta, chiamate Limite, che è il Cantiere dell’Arno, fabbricandosi ivi di continuo Barche, e Navicelli; ma passai oltre per meglio osservare questi Luoghi al mio ritorno. Pervenni dopo oltre due miglia ad altro piccolo paese detto la Torre, e questo mi comparve a prima vista più raccolto, e quieto di quanti ne avevo fino allora veduti.

Tornai in Empoli senza più esitare sopra


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