Pagina:Giovanni Botti, I boccali di Montelupo.djvu/62


60

e la dolce memoria delle persone, che ne erano state il soggetto; così non poteva mai la tristezza da me separarsi, e decorso appena un anno, mi divenne la stessa Firenze tediosa, e d’ingrata dimora. Volli dare una corsa a Livorno per vedere se quella Città, in cui tanto fioriva il Commercio, avesse più appagato il mio genio; ma ivi giunto, poco mancò che non voltassi addietro nello stesso giorno, poichè la vista del porto, la prossimità del mare ovunque presente, mi facevano ad ogni istante rammentare la mia Elvira e là mia Amalia, ora nel porto di Cadice, ora in quello di Marsilia, ora in quello di Civitavecchia, e non potevo sopportare tali rimembranze senza piangere.

Fu allora, che mi avveddi, che mi conveniva cercare un asilo in qualche luogo appartato della campagna. Pensai dunque appigliarmi a tal partito. Lasciai Livorno, e trattenutomi pochi giorni in Pisa, presi in seguito ad esaminare a piccoli viaggi i vari paesi, e Villaggi, che restano sopra la