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tornava sempre ostinatamente a ripresentarmisi. Questo attentato, andato, per grazia certamente di Dio, a vuoto contro di me, mi servi però di un salutare avvertimento, e mi fece risolvere ad abbandonar subito, per la mia salvezza la patria, ed i parenti, e cercare un luogo, ove il cielo mi si dimostrasse più propizio.

Partj dunque nel giorno appresso per Romea, senza aver veduto che Costantino mio nipote, quale era venuto la mattina a trovarmi, saputo il successo della sera innanzi. Incaricai, prima di partire, della spedizione delle mie robe a Roma sollecitamente La Felicita, quale tuttora dolente per la morte di Amalia, che amava qual figlia, ed alquanto indisposta di salute, pensò di andare presso alcuni suoi parenti in Campagna; e lasciai l’amico piangente, che mi assicurò della più vigilante assistenza per la buona direzione, e retta ultimazione della mia divisione patrimoniale con Filippo, per la quale avevo delegato nella stessa mattina i poteri, e le facoltà tutte occorrenti