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nutrice, e stringevo al mio seno la pargoletta Amalia, che tal’era il nome della bambina sopravvissuta ad Elvica, della quale allo sguardo innocente, alla giocondità del volto sembrava un piccol ritratto.

Non lasciai di partecipare la trista nuova ai parenti di Cadice, scrivendo al Padre Giacomo, e pregandolo ad affrettare la sua venuta da me, poichè i dilui lumi di religione, e la dilui amorevolezza, dicevagli, mi avrebbero forse potuto giovare per mitigare le mie angoscie; ma mentre io ripromettevami una tal consolazione, ne ebbi in risposta, che doveva egli partire a momenti per l’America, per ultimare l’istruzione, come Lettore di filosofia, di vari alunni colà, e non sapeva quando fosse potuto tornare in Europa. Egli mi ragguaglio altresì, che indicibile era il cordoglio, che aveva la morta di Elvira recato ad esso, ed ai dilei genitori.

Intanto Goulard, che era a portata di tutti i miei interessi, vedendomi dopo il lasso di molti mesi alcun poco sollevato dall’abbat-


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