Pagina:Giovanni Botti, I boccali di Montelupo.djvu/211


209

continuato, o breve, ma violento esercizio degli organi, e deve esso perciò abbandonarsi al sonno, l’anima non può più per di lui mezzo esternare le proprie operazioni, e deve agire occultamente, debolmente, ed in guisa alle volte stravagante, come i sogni comprovano, atteso il freno, che pongono alla di lei energia gli organi stessi, che intenti coll’inazione a riparare le perdute foize, ed a ristabilire il necessario equilibrio, ricusano, non si sa come, di corrispondere ai soliti dilei eccitamenti, e le impediscono la manifestazione fino delle più tenui, usuali dilei operazioni. Lo stesso, a molto maggiormente accade, e deve inevitabilmente accadere quando gli organi vengono a soggiacere a qualche parziale sconcerto, o dissestamento, quando il corpo è infermo.

Fin qui nulla può opporsi da veruno a queste rilevanze di fatto; ma è ora osservabile, che, desto il corpo dal sonno, libero dalla malattia, per quanto sia stata lunga, e penosa, torna l’anima a spiegare la stessa


18