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cietà, o segnalarsi nella probità, e nell’esercizio delle virtuose azioni, hanno mostrato avere inalzato la loro intelligenza ad un grado molto sublime.

Or riassumendo, il vostro propostomi argomento, l’ostacolo, che credete possa produrre nella mente di alcuno all’immortalità, l’indebolimento, che si osserva recato all’anima dalla vecchiezza, parmi possa plansibilmente appianarsi col semplice esame del modo con cui questa affligge il corpo. È vero che l’anima, decorso lo stato di giovinezza, e floridità del corpo che abite, perde il più delle volte una gran parte delle forze sue intellettuali, della propria energia, in guisa che, a misura che s’inoltra il corpo nella vecchiezza, essa si restituisce nel primiero stato di sua fanciullezza; e questo disgraziato suo retrogrado procedimento par che porti a dover congetturare, che alla morte del corpo debba altresì seguire la final deperizione della di lei tanto già attenuara intelligenza; ma prima di aderire ad un apparente conseguenza di tale importanza,