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sua intelligenza, e praticato la virtù; pensiero in questa ultima parte conforme all’universale consentimento, che siavi uno stato di vita beata, o penosa in futuro nell’Averno.

Che possino poi gli esseri intelligenti essere abilitati dal Creatore, con le variazioni del loro stato a salire da un grado ad altro più notabile di perfezione, sempre però tenuissimo, riguardo all’Essere di perfezione infinita, è un idea, che voi non potrete mai appoggiare a verun dato, che sia atto ad accreditarla, ma non è per me punto improbabile, e sembrami coerente essa pure alla potenza, sapienza, e beneficenza infinita di Dio1


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  1. Vedesi bene da tutto questo, che avevano i dotti dell’antichità un idea, non però ancora adequatamente sviluppeta, di una vita futura, correspectiva al contegno tenuto nel monde. E quanto al perfezionamento deli’anima un consimil pensiero è caduto modernamente in mente all’Anglico Genio