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pre invisibilmente sopra le nostre teste a ravvolgere la sua gran rota, per trar seco, e indi rigettare questo, o quello dei miseri mortali, che più le aggrada. Essa domina ovunque per mezzo delle sue ministre, cui ha fatto parte della stessa sua autorità, dei suoi capricci. Queste, conformi ad essa nell’agire, trattengonsi ordinariamente sopra le grandi città, ma non lascian di quando in quando portarsi con i loro rotoni sopra le piccole, e fino sopra le umili capanne. Così ogni città, ogni paese ha nel suo cielo spesse volte in attività un egual rotone.
Questo rotone ha molto largo, e comodo il cerchio della circonferenza, ed al di fuori di esso sonovi dei forti adunchi ganci; egli ha un asse ben grosso sostenuto da varie alate ninfe di averno, che con l’incostanza, la bizzarria, e le volubilità son pronte ad ogni cenno della fortuna; questa Dea, priva degli occhi, e dell’onor della chioma sta sopra un lato assai prolungato dall’asse, in atteggiamento instabile, ed in sembiante indeciso, sollazzandosi a girare il rotone a sua fantasia.