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la vendetta, ed è abominevole assurdo l’idearla. Ma con tutto questo l’abbandono del vostro posto, la vostra dichiarazione, sebben giusta, le vostre premure di meglio istuire il popolo sulle recognizione del vero Dio, non produrrebbero il minimo di quei buoni effetti, che desidereresti: esso porterebbero la vostra lapidazione, la vostra morte ignominiosa per mano dello stesso popolo, che cosi pegherebbe il vostro zelo, anzichè trarne profitto, e aprir gli occhi alla vera fede. Riflettete all’infausto fine del più grande dei filosofi, del nostro Socrate, della di lui perdite è tuttora fresca, e penosa fra noi la rimembranza; e il saggio Prodico, già mio concittadino, non dovè egli pure, per il vano tentativo di condurre il popolo al vero Dio, bevere la cicuta?

Voi, perdonatemi, siete ancor giovine, e non avete fin qui ben conosciuti gli uomini. Il popolo generalmente ignorante non vuol esser mai urtato nell’opinione; egli vuol’essere ingannato; non è possibile to-