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fetta organizzazione dell’animale, in cui ha fatto passaggio; ed io vi rispondo, che la natura della nostra anima intellettuale è tale, che deve venire più, o meno a discuoprirsi in qualunque essere animato trovisi collocata, e nessun indizio dell’intelligenza propria di essa abbiamo nel bruti, essendo tutte le operazioni di essi puramente proporzionali alla respettiva loro organizzazione, attivata dall’istinto, e niente più conoscendosi in essi di occulta abilità, o di repressa energia delle loro anime.

Osservate all’opposto il sordo muto dalla nascita; egli, per la mancanza dell’udito, è di peggior condizione sicuramente degli animeli; pure da segni non equivoci, e non occorre notar qui i fatti usuali dai quali rilevansi, che ha l’intelligenza nella sua anima, egualmente che noi, ma che non può, per la sinistra disposizione degli organi del suo corpo, farla agire con egual successo. Ella fa però capire, per gli atti del corpo, quanto è dolenta di esser come inceppata, e quali sforzi va facendo farsi conoscere, come