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menzionati da Pitagora, di una particolare struttura, che alcuni piccoli, atti per bevervi alle mense, e alcuni pochi assai grandi, e sopra questi ha veduto esser dipinte varie figure significanti, o scritte delle utili massime, secondo la spiegazione fattagliene, che ha trovati veramente stimabili nel loro genere.

Nel rammentare così Pitagora, presemo a parlare dei dommi stabiliti da quel tanto sublime filosofo, in sostegno della sua nuova dottrina. Io non potei fare a meno di dirgli, che trovavo belle, e vantaggiose al ben esser dell’uomo le di lui massime, ma che non credevo niente necessaria quella stretta, e continuata austerità di vita, che veniva ingiunta agli osservatori di quel filosofico istituto; poichè essendo l’uomo circondato da ogni genere di delizie, per disposizione della provvidenza, indubitatamente perchè ne profitti, credo follia il non goderne, ed un preciso disprezzo del Donatore l'astenersi di gustare della parte maggiore dei suoi bhei doni; e che al più