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— 83 — ricchi ornali. Queste opere furono tenute in tanto pregio che, nel rifacimento di quel magnifico naviglio nel 1720, vi furono trasportate dal vecchio; ma nel tempo del governo democratico, sul finire del secolo scorso, venduto e in parte bruciato il Bucintoro, non furono di questo salvate altre statue che il Marte e i due leoni, ora collocati nell’arsenale. Sorprende veramente, come, in si breve spazio, di tempo, Alessandro potesse condurre tante opere o di tanta perfezione. Ma, oltre ai veneti e d’altre parti d’Italia, operavano allora nell’officina di lui molti artefici suoi parenti e conterranei. Del Dall’Aquila, suo cugino, già dicemmo. Questi entrò stabilmente al servizio di Alessandro il 15 Giugno 1578; già bene ammaestralo in Trento nella scultura in pietra ed in legno. Abbìam detto egualmente di Lorenzo, cognato del Vittoria, e di Vigilio Rubini c Andrea Batteri, suoi nepoti; c dei tre fratelli Vicentini, figli di Vincenzo, eccellente scultore e fusore in bronzo. Oltre i nominati, Alessandro ebbe nel suo studio, quell’Andrea, figliuolo d’un Alessandro, di cui si è discorso; ed uno squadralore Bernardino o Bernardini di Sant’Agnese. Perciò sarà facile il comprendere come il Vittoria, che pur era diligentissimo, potesse assumere tanti lavori, e a tutti soddisfare sollecitamente. Verso il fine dell’anno 1580, diede mano alla gran figura del Cristo, che si vedo sopra la porta grande della chiesa dei Frari. Egli porta scritto il nome del suo autore, e il porla degnamente, perchè lavorato con disegno corretto e vaga maniera. Alessandro impiegò Digitìzed by Google