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— 75 — E noto come il pittore Leonardo Corona fosse l’emulo e il concorrente del Palma; eppure di già vedemmo quanto Alessandro fosse amico al Corona e gli prestasse consiglio edajuto: il che dimostra, ch’egli agiva per principio di rettitudine, e dove vedeva il valore degli artefici o il meglio dell’arte, là, senza simpatia di persona, inclinava. Alessandro era, come avvertimmo, amicissimo del Tinloretto, di cui ammirava l’alto ingegno e le vaghe maniere. Ma biasimò una volta gli abusi che ne faceva per ostentazione dell’arte, sacrificando i principii stabiliti dalla ragione al futile vanto d’una difficoltà superata. E il Tinloretto era bastantemente inamorato di sé, da non voler udire ammaestramenti o consigli nemmen dagli amici; e perciò vennero a contesa, e dipartironsi irati; ma, sopito lo sdegno, di là a poco ritornarono amici. Allo stesso Tiziano diceva il Vittoria francamente che, avvanzato in età e ben provvisto, cessasse ornai di lavorare per guadagno si intensamente che ne soffriva nella salute. E ciò diccvagli eziandio, onde in quell’età canuta, venutegli già meno le forze, non iscemasssc con opere manco perfette la somma riputazione guadagnatasi negli anni migliori. Lo clic per altri potea ben temersi; ma, per una eccezione concessa a pochi dal ciclo, non si avverò in Tiziano: di cui si sa che rimase maraviglioso nell’esercizio dell’arte fino alla decrepitezza. E se questo consiglio datogli dal Vittoria dispiacque in sulle prime al Tiziano, e fu motivo di qualche scissura tra lui e il Vittoria (come ricorda l’Orlandi, che li conobbe ambiduc ) il Tiziano gli rimase pur sempre Digitized by Google