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— 74 — pi dolente, clic nella prima caldezza voleva abbandonare per sempre Venezia e restituirsi in patria. Da questo pensiero lo ritrasse per allora la notizia, che in Trento infuriava la pestilenza propagatavi dalla Lombardia. Tale fruito recò ad Alessandro la stima delle opere del Palma. Volendo noi mostrare che Alessandro nostro non sacrificava il vero all’affetto, sarà opportuno accennare qual fosse il giudizio che di quel [littore facevano i suoi coetanei. Tutti aspiravano ad avere dipinti del Palma; cosicché affermasi dagli scrittori delle arti, che in quel tempo il Tinloretlo, Paolo Veronese ed il Pajma dipinsero essi soli più che tutti gli altri pittori veneti insieme; e aggiungesi, che con la morte del Palma, fini in Venezia il bello c gustoso dipingere. E se v’ò chi voglia conoscere quanto il Palma prevalesse aU’Alicnse (considerando anche soltanto la composizione e l’invenzione, che son conveniente materia da far giudizio all’ingegno più semplice c naturale) basterà che si porli nella sala della Bussola del palazzo ducale, ed ivi la presa di Tiro, che è tela dclPAliense, raffronti con quella che mostra il Giudizio universale, opera del Palma, c di leggieri se ne avvedrà. Clic se, raccontando queste differenze coll’Aliense, il Itidolli più ne aggrava il nostro Vittoria, potrà taluno in qualche parte scusarlo per gli intimi rapporti in cui lo stesso Bidolfi era stalo coU’Alionsc, maestro anch’egli nel suo genere assai valente, ed amico suo; c per quella gratitudine lodevolissima clic anche dopo morto gli professò, curandone nobilmente la sepoltura Digitized by Google