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— 09 — ma volle ch’egli stesso ne dettasse i soggetti od assistesse all’esecuzione. Quindi l’insieme di questa fabbrica in onor della Vergine riusci opera lodatissima, e da far rispettare il nostro Alessandro anche come architetto. Egli, in altre sue opere di architettura, fu trovato alquanto singolare, talvolta poco corretto, e poco semplice, specialmente nelle facciate. Pur chi dirà che in tutte le opere architettoniche del Vittoria non sia del buono? e chi di quelle degli altri più celebri, ch’elle siano in ogni parte perfette? L’altezza d’ingegno d’un artefice non debb’essere giudicata da quelle sole parti, in cui, uscendo dal modo ordinario, si ribellò dalla scuola 0 dal gusto trionfante del secolo, o sdegnò di accomodare la composizione allo stile degli altri riputati maestri; quantunque in tutto il resto abbia osservalo il vero e buon metodo di fabbricare. Ma l’artista va giudicato da quelle parti in cui fece benissimo; perchè esse sono la giusta misura del grado al quale è salita la sua virtù; e dove questa non si spieghi, o dove si scorga un difetto, deesi supporre che particolari cagioni, a lui del tutto non imputabili, l’abbian costretto a declinare dal meglio che avrebbe saputo sostituirvi. Per la qual cosa non riescirà grave al cortese lettore, se più lardi lo riconduremo su questo argomento; mentre ora è mestieri occuparci dell’esame d’un’altra taccia che il Temanza gli appone. Abbiamo accennato più sopra che Jacopo Palma pittore era al nostro Vittoria assai più caro e pregiato che gli altri dipintori del suo tempo non fossero. «Non.andò esente, dice il Temanza, dell’umano di