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— 57 — rolamo da Trento, che fiori sul finire dello stesso secolo e in principio del XVI. Egli non è ricordato da nessuno scrittore d’arti; ma basta a stimarlo pittore di vaglia la bella tavola rappresentante Cristo alla colonna, appiè d’un magnifico fabbricato, attorniato da molte figure, ben panneggiate c colorite; se non che tiene alcun poco della maniero tedesca della seconda metà del secolo decimoquinto. Questo quadro ben conservato e segnato: HIERONIMUS. PICTOR. F. TRIDENTI). 1502, appartiene alla Congregazione di Carità. Dalla stessa scuola usciva nella prima metà del secolo XVI quel maestro Antonio da Trento, detto altrimenti Antonio Fantucci, forse scolare di Girolamo, e poscia compagno del Mazzuoli da Parma, di cui scolpiva e incideva i disegni; e riusci cosi esperto nel maneggio del bulino e nell’incisione particolarmente a chiaroscuro su due, tre e sino a quattro legni (che di mano in mano imprimeva sullo stesso foglio, onde contraffarvi il mezzo, il lume e l’ombra) cho forse non y’ebbe al suo tempo chi lo superasse. E usci quindi Leopoldo dal Pozzo, che operò in mosaico in San Marco di Venezia; lo Scolari, che si distinse nell’incisione dei conii d’acciajo per le monete e medaglie, nella zecca di Guglielmo duca di Baviera; e prima ancora un Dosso Trentino, nominato dal Mattioli nel suo poema: II magno palazzo del Cardinal di Trento. Sappiamo che i due fratelli Dosso, ferraresi, lavorarono in Trento; e non oseremmo dire clic quello sia un terzo, se non ci obbligasse il Mattioli, uomo di quella fede ed erudizione che ognuno sa. Un altro Dossi pittore è noDigitized by Google