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che il Palladio era stalo chiamalo da quel magnifico porporato per fabbricare il suo palazzo. Cosicché, pel rispelto clic abbiamo verso queste autorità, restiamo sempre più in forse se, e di quale di questi due eccelsi architettori il cardinale si sia propriamente servilo. Se non che vorremmo pur dire, che questa chiamala del Palladio debba intendersi avvenuta, non per ordine del Clesio nò riguardo al palazzo, detto oggi il Castello, già terminato verso il 1533, quando il Palladio era appena entralo nell’adolescenza. Per ciò danniamo quella prima nostra asserzione giovenilmente arrischiata nella Zecca Trentina; ove, deferendo di troppo alle autorità, dicemmo il Castello di Trento essersi fabbricalo su disegni del Palladio. E rispelto al Sansovino, considerando la fabbrica stessa, apertamente si vede, non aver essa simigliala alcuna con le altre di questo architetto. Quella chiamala del Palladio non può dunque essere stala che del Cardinale Cristoforo, successore al Clesio, per la fabbrica del palazzo dello delle Albore (quantunque siasi poi eseguila sopra un disegno del Serbo) e per quella del palazzo in Nano nell’Anaunia, che è fabbrica che si avvicina allo stile del Palladio più d’ogni altra che si abbia Ira noi. E in vero, tanto in rapporto del tempo, quanto in quello delle persone, ciò corrisponde esattamente con un quaderno degli scossi e spesi da un Trissino, presidente della fabbrica del palazzo pubblico di Vicenza; in cui alla partita di Andrea Palladio, 24 Dicembre 1552, si legge che il Trissino «incontrò al signor Girolamo Angerano scudi dieso d’oro, per tanti passati a messcr Digitized by Googfc