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artefici essi medesimi. L’opera del Temanza, corredata di buone annotazioni, fu riprodotta dal Moschini nel 1827.

Parendo al conte Benedetto Giovanelli di Trento, dotto investigatore delle antichità nostre, che il lavoro del Temanza fosse suscettibile di maggiore esattezza, e che il descrivere la vita di un tanto uomo, quale era il Vittoria, stesse bene a qualcuno che avesse con lui comune la patria, si accinse egli stesso al pietoso ufficio, e lo compì nel 1830. Egli intendeva di pubblicare il frutto degli studi suoi in una raccolta di biografie d’illustri Trentini, dei quali erano già incisi i ritratti; ma questa speranza andò a vuoto; sicchè, morendo, lasciò il Giovanelli, coi proprii libri e colla ricca collezione di monete e d’oggetti antichi, anche questo suo scritto alla Biblioteca di Trento, dalla quale esce ora per la prima volta alla luce in una veste men disadorna, pur conservando il congegno dell’originale dettato.

L’interesse che suol destare tutto ciò che riguarda a un grand’uomo, specialmente se nostro concittadino, mi consigliò di far seguire alla narrazione certi ricordi familiari di mano del Vittoria e il suo testamento, che si custodiscono con altre sue carte nell’Archivio generale di Venezia. Dei ricordi autografi profittarono in parte il Moschini nelle note al Temanza, e nella sua grand’opera delle Iscrizioni veneziane il Cicogna; all’amicizia del quale vado debitore della copia esatta di essi e di alcune notizie importanti.


Trento, nell’Aprile del 1858.

tommaso gar.