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— Vi — sio esercizio, gli fu dalla Serenissima Repubblica allogato l’importantissimo getto della gran lampada di fino argento da appendersi nei giorni solenni alla cupola nel centro della croce della basilica di San Marco. Nè il vedere il nostro Alessandro dalla scultura in marmo passare con eguale ingegno e successo a lavori di cesello c di niello in un duttile metallo, parrà strano a coloro clic sappiano, come nei tempi antichi l’oreficeria si coltivò quasi sempre del paro coll’arte della scollura c del disegno. All’entrar di Novembre di quest’anno 1557 la lampada fu ridotta a compimento. Era essa fatta a vaso, con bellissime figure c ornamenti di tondo e bassorilievo, fregiata di castoni maravigliosi, ed altre opere di getto e di piastra così stupendamente tirale a martello, clic non si poteva nè più nè meglio immaginare. Ma le opere degli uomini egregi sono aneli’ esse sottoposto alle vicende della fortuna. Questo getto, e quanto di prezioso Tornava, fu poi fallo in pezzi nel cadere della Repubblica. Avvegnaché il vero pregio d’un oggetto d’arte non islia punto nella materia, ma nell’impronta del genio dell’artista, diremo d’un intaglio in legno eseguito dal Vittoria nel 1557, c della sorte clic corse, colle stesse parole del conte Cicognara.. «Quando il Sansovino pose mano alle opere interne ed esterne della Chiesa di San Spirilo, è naturai cosa che i suoi allievi gli prestassero ajulo in ogni parte di questo lavoro; e siccome ciò fu oltre la metà del secolo, l’età del Vittoria era bastantemente avanzata per aver potuto condurre i boi lavori d" intaglio Digitized by Google