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— 14 — collocati sopra l’imposta dell’arco d’un palazzo Trissino, verso la contrada delta dei Giudei. E incerto se in Vicenza facesse veramente l’effigie in medaglia di madonna Lucielta Saracina. Pur c’indurrebbe a crederlo l’appartenenza di quella dama a una nobile famiglia trentina, e il vivo desiderio che di questa effigie mostrava Pietro Aretino, il quale, in una lettera alla suddetta, in cui loda sommamente e raccomanda il Vittoria, dice a dirittura di avergli commesso il di lei ritratto (1). In Vicenza strinse il nostro Alessandro dimestichezza con Paris Bordone, pittore trevigiano, allora per anco giovane, ma di già Valentissimo; e quivi fece pure quel busto pel palazzo I)iedo di Brcganza, che ora è nelle case Tornieri, c porla l’iscrizione VICT. TR1D; e la statua del conte Pompeo Trissino, che fu posta dipoi nel Teatro Olimpico; per la quale gli furono contati ottanta scudi effettivi. Per queste opere il genio vigoroso e inventivo si andava addestrando a maggiori voli; con tanta sorpresa del Palladio e degli altri artefici, che dicevasi comunemente aver egli al maestro involati i ferri e le arti. Ma questa espressione figurata, colla quale si manifestava quanto grande fosse ormai ritenuta l’eccellenza sua dai contemporanei, nel secolo infelice che venne appresso fu presa da un oscuro scrittore assai brutalmente alla lettera, e servi di pretesto a pensare e a far dire di Alessandro Vittoria cose (1) fìaccoìla di lettere sulla pittura, pubblicate dal Dollari. Voi. V. Milano, 182*2. Digilized by Gc