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Qui stelle la primavera e lutto l’estate; e scolpi in marmo il ritratto del Cardinale Madruzzo, ed in plastica quello di suo padre e di alcuni signori e prelati del Concilio, restituitosi in Trento nell’anno precedente. Ma di lutti questi busti oggidì non ve n’ha pur un solo, nè si sa dove capitassero o in mano di chi si trovino. Scolpi eziandio il ritratto d’un suo nipotino, che pare in seguito fosse gettato in bronzo. Noi possediamo un bellissimo getto della testa d’un bambino ricciuto e gajo, che, da chi prima l’avea, fu ritenuto di mano del Donatello; e noi, quantunque non vi sia espresso il nome dell’artefice, se ci è lecito giudicare dalla maniera, crederemmo opera del Vittoria, il quale poi, pei signori di Roccabruna rappresentò in due busti la Forza e la Prudenza, avendone prese probabilmente le immagini dalle faccio di quei signori medesimi.

In Lavis, borgata non molto lungi da Trento, sulla porla d’una casa che allora tenevano i Schuldhaus, fece egli un’opera di pietra forte lavorata a scarpello alquanto scabro, che fu l’arme di quel casato; dove sono due fanciulli die la reggono con bella maniera; e pei signori Mersi in Trento un San Giovannino di marmo bianco.

Ai primi di Novembre 1552, scorsi appena nove mesi dal suo soggiorno in patria, mori il padre del nostro Alessandro. Questa grave perdila lo indusse ad abbandonare la casa sua alla matrigna e a recarsi a Vicenza presso una sorella, ch’ivi avea maritata a Lorenzo Rubini di Riva di Trento. Acconciatosi col co-