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— HO — probità e amico dei virtuosi. Consultato da chi che sia, corrispondeva sempre cortesemente. Non v’è cura, per quanto grave, clic non si prendesse pei suoi congiunti. Ai discepoli, e massime ai desiderosi e capaci di gran perfezione, era amorevolissimo nell* insegnare, dirigere, soccorrere di consiglio e di danaro; del quale era tanto liberale dispensalore che, malgrado i molli guadagni, si lasciava talora ridurre al verde. Una volta, vivente ancora la seconda moglie, era in tali strettezze, che dovette ricorrere alla proiezione dei Senatori, onde il francassero di certe tasse. Apponevangli alcuni troppa voglia di fama; ma la gloria è l’ultima veste, di cui si spoglino anche i filosofi. Alle altre doti dell’animo univa il Vittoria quella della gratitudine. Dicemmo a suo luogo con quale mercede rimeritasse la famiglia del cognato Rubini, nella cui casa in Vicenza ricevette alcun tempo ospitalità. Egli considerò sempre e proclamò, finché visse, suoi primi benefattori il cardinale c principe vescovo di Trento, Cristoforo Madruzzo, e Jacopo Sansovino; dagli ammaestramenti del quale riconosceva essergli provenuta gran parte della riputazione, che in seguilo si acquistò nelle arti. Nel resto delle cose della vita, e nelle familiari specialmente, amava l’ordine e la semplicità. Fu esattissimo nel tenere memoria dei fatti suoi personali, delle spese, dei contralti e delle cose principalmente che all’arte appartenevano. Ancora oggidì si conservano due volumi di ricordi o memorie, di suo pugno, nell’Archivio generale in Venezia, che prima erano in Digitized by Googl