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— 107 — del secolo. E particolarmente badava al naturale effetto della situazione e della distanza, che, col dilungare dell’oggetto, assottiglia c scema l’angolo della veduta; c all’effetto del lume e a quant’altro nuoce, cresce e vantaggia. In cotesto studio conliensi il secreto clic possedeva Alessandro di quella discrezione ingegnosa nel tocco più o meno scabro, a misura che gli oggetti andavano collocati più o meno discosti dall’occhio, e dell’accomodare sempre lo stile al luogo ed alle distanze. Lo stesso suo riposarsi era un mutare, non lasciare lo studio; che pochi giorni passavano, che non disegnasse qualche nudo di naturale, ovvero iscolpisse qualche cosa o in legno o in pietra o in altro, per mantenere in esercizio la mente c la mano. Dal che gli venne quel magistero nel condurre e piegare il marmo e dargli l’atteggiamento c la vita che volea; quella mirabile pratica di non errare mai nel cavare le figure dal masso; cosicché non v’è statua di lui, in cui si scorgano pezzi commessi o racconciature di sorta. E ciò vuoisi attribuire in gran parte anche alla somma accuratezza con che procedeva; della quale ( per dirne alcuna cosa ) basti sapere ch’egli foggiava di sua mano, non pure i trapani c le gradine, ma perfino le lime, i calcagnuoli, le subbie, le martelline c tutti gli altri ferri ed ingegni, di cui scolpendo abbisognava. Dava egli altresì opera alle scienze affini e ausiliario alle arti d’imitazione, e da tali studi gli scaturì quella giusta espressione dei concetti, quella sobrietà, quel fino accorgimento che si riscontrano sempre nelle opere sue di scultura. E poniamo pure che nelle coso Digitized by Google