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— 105 — sale di sopra, e rappresenta l’Assunzione di Maria Vergine; dove il Tintorelto, fra le immagini del Tiziano e la propria, pinse al naturale anche quella di Alessandro Vittoria, comune amico. E si fregia del ritratto di lui, in capo alle sue sale, anche l’illustre Accademia veneta di belle arti. Havvenc ancora un altro in pietra nel cortile della casa ch’egli abitava, e molti di stucco in molti luoghi se ne conservano. Uno poi in medaglia di bronzo, distinto dagli altri che si conoscono, ne vanta il Museo, che fu già dei conti Moscardi in Verona. Riepilogando i principali momenti della sua vita, e accennando con quali principii ed esercizii il nostro artefice assodava l’ingegno c ordinava le azioni sue, metteremo fine a questo lavoro. Appassionato per l’arto e sofferentissimo della fatica fin dalla prima sua giovinezza, si prese allora pochi altri piaceri, e ancor meno nell’età provetta. Nei giorni di festa se ne andava con qualcuno degli amici a visitare i monumenti greci, che l’Oriente avea tributali a Venezia; indi a giostre, lotte, regate, danze teatrali c simili spettacoli, ove fosse opportunità di osservare forme di corpi, movenze graziose, attitudini varie; e tra sè e sé studiava il miglior modo di applicare ai differenti oggetti artistici le ricevute impressioni. In disegno e in creta e in cera diligentemente e a suo studio domestico convertiva i grandi modelli greci o romani; e quando gli pareva mancassero, avea ricorso alle greche e romane medaglie, delle quali si era a poco a poco procacciata una ragguardevole collezione. «Fu il Vittoria ( ne dice il Temanza) studiosissimo di antichità e di medaglie; ondo