Pagina:Giovanelli - Vita di Alessandro Vittoria, 1858.djvu/11


— 5 —

aveano già schiusa la via i Michelozzo e Nicolò Pisano e gli imitatori di lui. Comunque sia, il grido del Sansovino in iscoltura ed architettura dall’un capo all’ultro d’Italia suonava meravigliosamente. A questo celebre artefice il Cardinale Madruzzo fece raccomandare il Vittoria col mezzo degli amici, che molti n’avea in Venezia, ove fu Legato di Ferdinando Re dei Romani, e per la sua qualità di membro e protettore della rinomata Accademia della Fama; ma particolarmente col mezzo del Tiziano, a lui affezionatissimo fui da quando l’Imperatore Carlo V fu in questa città, e di Lorenzo Ridolfi, che in quei tempi era ambasciatore a Venezia per la Repubblica Fiorentina. Accompagnato da uno dei domestici del Cardinale si recò dunque il nostro Alessandro a Venezia, ov’ebbe, oltra quanto v’aspettasse, dal Sansovino e da altri grandi uomini cortesissime accoglienze. L’ingresso suo nella nuova scuola è segnato col giorno 25 Luglio dell’anno 1543. Quivi diede ben presto tali mostre della sua virtù, che il Sansovino già dai primi mesi l’ebbe caro singolarmente e lo pigliò in casa alle spese. Alessandro corrispondeva con diligenza e assiduità infaticabile alle cure del suo maestro; il quale n’era così contento che, scrivendone al Cardinale Madruzzo, asseriva, non darsi qualità, che di ragion si richiegga a formare un eccellente artista, che nel Vittoria non fosse.

Ardua ed infruttuosa ricerca sarebbe quella di conoscere quali lavori il maturo maestro avesse nei primi tempi affidato al laborioso discepolo. Perciò, lasciando da parte coteste minuzie, toccheremo invece, in sul