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— 101 — «Il Vittoria, dice il Dollari, era uno dei più insigni scultori che vanti l’Italia.» «Alessandro Vittoria (dice il Ridolfi, amico c discepolo dell’Alicnsc e perciò non sospetto di parzialità) fece con chiari effetti conoscere, non essere stato favoloso il tramutare in uomini i sassi, cangiando aneli’ egli i marmi in ispiranti ligure.» «Il Vittoria è riuscito, dice il Temanza, il più eccellente scultore che abbiano avuto le belle arti dopo il risorgimento; nè altri che il Iluonarroti potrebbe contendergli la corona.» E il Milizia, giudice quanto severo altrettanto intelligente, encomia il sommo merito di Alessandro nella statuaria e nella plastica, dichiarando che «in queste arti egli giunse ad un’eccellenza da non cederla che al solo Buonarroti.» Nè egli poteva in meno parole tessergli un elogio maggiore. Se poi Alessandro Vittoria, che, nel suo San Girolamo e nel San Sebastiano saettato alla colonna, unì tanta dolcezza a tanta severità, avesse veduto la città delle classiche meraviglie, c il Laocoonte e l’Ercole e la Cleopatra, c il gran torso del Belvedere, e l’Alcide e la Venere e l’Apollo; e lutti avesse potuto studiare quei portenti dell’arte greca c romana: se teatro gli fosse stala Firenze e l’eterna Roma, a quanto maggiore eccellenza non sarebbe egli pervenuto? Il giudizio clic del Vittoria fecero i contemporanei fu solennemente confermalo dai posteri. 11 principe degli artefici dell’età nostra, il Canova mai non visitava V enezia, senza trattenersi qualche tempo in contemplaDigitized by Google