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marsi, e non ne ho più. Domattina va l’attendente a far provvista al carreggio.

Questa lettera, si capisce, non è da pubblicarsi. Hai ricevuto le altre? T’ho scritto ogni giorno una cartolina e poi tre lettere d’otto pagine. Una l’ho vista pubblicata sul «Nuovo», in modo indegno, piena d’errori, con frasi sciupate e incomprensibili, coi capoversi tutti fuor di posto. Che ci vuole a stampare tal quale come scrivo io, che scrivo con chiarezza e con ordine? Mi fece molto piacere l’articoletto del Bellonci, che mi cadde sotto gli occhi per caso, mentre ero tra gli artiglieri di S. Vito.

Qui leggo molto i miei libri, che mi hanno fatto veramente comodo, una vera provvidenza. Abbiamo una mensa veramente lussuosa e mangiamo come lupi. Quello che non ci manca mai sono le frutta squisite, e poi cioccolata, caramelle, biscotti, liquori, sigarette e sigari, da non sapere che farcene. Di mensa spendiamo un prezzo irrisorio: poco più d’una lira al giorno.

Ti accludo la lettera del Cardinale. Va’ presto a trovarlo, se puoi, con padre Guido. Digli tante cose da parte mia: che son felice