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14 Settembre 1915.


Mamma adorata,

impossibile dirti la mia gioia pazza, quando ieri ho finalmente ricevuto la tua lettera del 9. Prima ho ballato la tarantella con volteggi di moschetto e lancio di berretto a venti metri d’altezza, poi ho pianto come un bambino a leggerla, rileggerla e coprirla di baci. Mamma, non ti adorerò mai abbastanza.

Ieri t’ho spedito una lunga lettera per il «Nuovo». So che ne ha pubblicata una, ma non l’ho vista. Perchè non mi fai spedire il giornale? Hai letto nel Giornale d’Italia del 13 l’articolo del Bellonci su di me?

Oggi torno al campo. Tutto bene.

Di’ alla sarta che prendo parte alla sua sventura con cuore fraterno. Quella santa lassù non ha bisogno delle nostre preghiere, ma noi piuttosto delle sue. Conforta quella cara e buona giovinetta, come tu sola puoi. Dille che si faccia coraggio, ed abbia sempre fiducia illimitata nella bontà del Signore.