Pagina:Giosuè Borsi - Lettere dal fronte, 1918.djvu/40

24


(10)

7 Settembre 1915.

Mamma cara,

continuo la mia cronistoria per altri due foglietti, quanti me ne concede l’avarissimo regolamento postale della zona di guerra.

I volontari ciclisti che mi ospitarono al Comando di brigata, tutti bravi giovanotti, svelti, intelligenti, premurosi e ingegnosi, mi ricolmarono di cortesie d’ogni sorta. Non contenti d’avermi accozzato un giaciglio principesco, mi offersero anche una limonata squisita e una mela così lucida e fragrante, che sarebbe bastata a scusare ampiamente quella famosa marronata dei coniugi Adamo ed Eva. La mattina poi mi prepararono un prelibatissimo caffè e latte. Non so come facessero, ma il fatto sta che avevano di tutto. Intanto eravamo diventati amiconi, e, quando dopo essermi vestito da soldato e aver rifatto il mio zaino, mi accomiatai da quei bravi ragazzi per rimettermi in marcia, eravamo quasi tutti commossi, e nessun saluto poteva essere più