Pagina:Giosuè Borsi - Lettere dal fronte, 1918.djvu/39


23


nostri compiono sempre azioni efficaci militarmente, mentre gli Austriaci tirano a far danni a casaccio e contro i cittadini inermi.

Al Comando di brigata parlammo col nostro generale, che è il fratello del Cardinale che conoscemmo a Roma. Egli ci ordinò di pernottare dove eravamo, per raggiungere, la mattina dopo, i nostri reggimenti. Che serata divertente fu quella! Ci fu improvvisato un pranzo pantagruelico, con certi spaghetti che avrebbero intenerito un macigno, fors’anco il cuore paterno di Francesco Giuseppe. Poi ognuno di noi si mise in cerca d’un giaciglio qualsiasi: un’impresa più difficile assai della presa di Trieste, di prossima attuazione. Io trovai un cassone nella stanza dove dormivano i volontari ciclisti, e già mi adattavo a dormire nel morbido, quando quei bravi ragazzi mi trovarono in un batter d’occhio, mettendosi tutti in moto, un fodero di pagliericcio, la paglia per riempirlo, una coperta, uno scendiletto. Aggiungi il mio cuscino, ed ebbi cosi il letto più soffice e lussuoso di questo mondo.

A domani il seguito. Un bacione.

Giosuè