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divinamente sapienti e divinamente amorosi del nostro Signore. Se egli voleva serbarmi ad altro, poteva farmi sopravvivere; se mi ha chiamato a sé, è segno che quello era il migliore dei partiti e il maggior bene per me. Egli sa quel che fa; a noi non resta che inchinarci e adorare, accettando con giubilo fiducioso la sua altissima volontà.

Non rimpiango la vita. Ne ho assaporate tutte le ebbrezze malsane, e me ne sono ritratto con insormontabile fastidio e disgusto. Potevo ora, piccolo fìgliuol prodigo tornato dopo tanti smarrimenti nella casa del Padre, sperare ragionevolmente di gustare le buone gioie, quelle del dovere compiuto, del bene praticato predicato, dell’arte professata, del lavoro, della carità, della fecondità. A fianco della bella e buona giovinetta che tu conosci e apprezzi, che ho sempre, sempre così teneramente, timidamente e fedelmente amata, anche attraverso ai miei errori e trascorsi colpevoli, potevo sperare di riuscire un buono sposo e un buon padre. Vi sono al mondo tante sante e nobili battaglie da combattere per l’amore, per la giustizia, per la libertà, per la fede;