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A Ettore Romagnoli - Padova.

19 Ottobre 1915.

Ettore mio,

Giorgio Querci, che è dovuto tornar qui all’improvviso, e che perciò si scusa di non averti potuto salutare, mi ha portato tue notizie, e mi ha raccontato dell’accoglienza affettuosa che gli hai fatto, e di cui ti sono infinitamente grato.

Mio caro Ettore, non so quando ti potrò scrivere ancora, e se ti potrò scrivere mai più, perchè oggi ci moviamo per andare all’attacco, e saremo impegnati a fondo. Io sarò in prima linea con la mia compagnia, di cui comando il secondo plotone. Per quanto senta la solennità di quest’ora, sono, grazie a Dio, perfettamente tranquillo e sereno. Ho la ferma speranza di fare tutto il mio dovere. Tu sei tra i pochissimi a cui mi voglio rammentare. Ti raccomando caldamente mia madre. Sarà un