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Speriamo del resto di poterci riabbracciare presto e allegramente, per raccontarci tante cose. Frattanto ti mando il mio più tenero bacio e il mio più lungo abbraccio, ardente come l’amore che ti porto. Viva l’Italia!

Giosuè.

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A Michele Campana - Firenze.

19 Ottobre 1915.

Mio caro Michele,


ho saputo da mia madre dello stupido equivoco che è nato tra voi, e ne sono dolentissimo. Come puoi aver pensato, con l’amicizia fraterna che ci unisce, che ti abbiamo trascurato a disegno? Vai dunque da mia madre. Tu sei dei pochi amici miei sulla cui fedeltà e sul cui cuore ho maggiore fiducia.

Pensa che ti scrivo in un momento solenne per me. Stasera attacchiamo il nemico in una posizione importantissima, e io sono in prima linea, al comando del mio plotone. Non so