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gramente incontro al mio destino. Si ricordi, gentile amica, che ora e sempre, quaggiù o lassù, le sarà difficile trovare un’anima più fedele, più devota, più riconoscente di quella del suo

Giosuè Borsi.

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Al fratello Gino.

19 Ottobre 1915.

Mio caro Gino,

ieri siamo tornati in prima linea, e oggi abbiamo avuto l’annunzio quasi inaspettato che stasera andremo all’attacco. Io sono in prima linea, al comando del secondo plotone. Avrei voluto scrivere a te più lungamente, ma tra un’ora partiamo, e non mi resta che un minuto per dirti che vado avanti tranquillo, sereno, felice di compiere tutto il mio dovere fino all’ultimo. Non ti dico niente a proposito di nostra madre, perchè ho un’immensa fiducia nel tuo cuore e nella bontà della Provvidenza.