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donde insieme con gli altri ricevette l’ordine di tornare qua. Lo vidi ieri l’altro, prima della nostra partenza, ed era così abbattuto e indebolito, che il medico l’ha mandato alla compagnia di sanità. Spero che potrà rimanere un buon mesetto in riposo, e così eviterà di partecipare alla nostra azione, che promette di riuscire molto violenta e grave.

Poichè anch’io, mio caro Gino, ti scrivo in un momento molto solenne per me, in una condizione analoga alla tua del 5 settembre. Tra due ore leviamo il campo per una marcia d’avvicinamento, e tra oggi e domani saremo impegnati in combattimento. Il nostro reggimento dove puntare su Descla, e passeremo l’Isonzo per i primi, col secondo battaglione, con la quinta e la sesta compagnia, in prima linea. Io comando il secondo plotone.

Anch’io, grazie al Cielo, ho la gioia di dirti che non ho il minimo turbamento, e godo di una piena e assoluta serenità. Sono felice di rassomigliarti in questo. Sono animato da un ardore fiducioso e sicurissimo che andremo alla vittoria. Mi sono imposto il fermo proposito di fare tutto il mio dovere, fino all’ultimo,