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e decisivi, tu avessi voluto ricordarti di me, mi dimostrò una volta ancora il saldo e profondo affetto che ci lega, e ti avrei scritto anche prima d’oggi, per dirti tutta la mia riconoscenza per l’amicizia che mi hai dimostrato, e che io ricambio con tutta l’anima, se in questi giorni avessi potuto trovare il tempo di farlo. Invece, dopo essere stati per ventisei giorni in prima linea, dove non ci accadde nulla di notevole, gli ultimi di settembre ci ritirammo in riposo per i rifornimenti, poichè il nostro reggimento era assai mal ridotto, essendo tra quelli che presero parte all’azione di Piava. Il nostro riposo si può dir tale per ironia, perchè è stato invece un periodo poco lieto e sopra tutto di lavoro affannoso e febbrile. Cosi, quello di scriverti, è sempre rimasto per me un pio desiderio. Ora siamo tornati in prima linea. Avrai già saputo che Giorgio e tutti i territoriali, salvo Marpicati, Peruzzi, Roselli e io, furono chiamati dopo un mese al deposito di Padova, e io fui contento per Giorgio, che vedevo assai inadatto alle fatiche della guerra. Egli ebbe anche una licenza, e tornò a Firenze, poi tornò a Padova,