Pagina:Giosuè Borsi - Lettere dal fronte, 1918.djvu/162

146


(88)

Allo stesso.

17 Settembre 1915.

Mio caro Gino,

la tua lettera, per quanto laconica, ci fa capire quanto sia dura e terribile la guerra per voi, e Giorgio e io viviamo in ansia continua per te. Forza, coraggio e prudenza. Son certo che sei un magnifico soldato, e sotto un certo senso non posso che invidiarti. Ma noi! Mi vergogno à dirlo, ma per noi la guerra non è che una villeggiatura, per quanto siamo in primissima linea. Ma pare che adesso si preparino grandi cose, forse un’avanzata su tutto il nostro fronte. Non vedo l’ora d’essere impegnato a fondo. Io sarò esploratore, e ho già fatto un paio di ricognizioni notturne molto divertenti, a pochi metri dagli Austriaci.

Ora sto facendo un corso di conferenze morali e patriottiche ai soldati: poveri figliuoli! come se la guerra non fosse già una discreta seccatura.