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rei perdere a nessun costo, appunto perchè fa parte dei miei beni sicuri, di quelli che si ritrovano. In nome di questa amicizia, mia cara e buona amica, le invio il mio saluto più affettuoso e cordiale. Il pensiero di lei, della sua anima coraggiosa ed energica, della sua bella volontà, della nobilita del suo spirito sarà un pensiero a cui tornerò sovente e che mi aiuterà a far meglio il mio dovere di soldato.

Le stringo caldamente la mano. Sempre riconoscentissimo

Giosuè Borsi.

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Alla signora Emilia Querci - Firenze.

12 Settembre 1915.

Cara e buona signora,

è vero, sono un gran villanzone, e non merito scusa di non averle mai scritto, almeno per ringraziarla dei saluti che Giorgio mi trasmette sempre fedelmente da parte sua. Ma che vuole? Ho molto da fare, a cercare questi benedetti