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perdono dei dolori che le ho dato, in gran parte involontariamente, e le sono infinitamente grato delle tante prove che ella mi ha dato d’averli dimenticati. Oggi più che mai, in procinto d’andare incontro alla morte, vedo chiaramente quanto è stolta ogni contesa d’interessi. Tutte le cose di quaggiù presto o tardi bisogna lasciarle. Si muore, e non si sa nè come nè quando. A che serve lasciare dei retaggi d’invidia e di odio?

Dunque affido a lei, qualunque cosa accadesse, gli ultimi giorni di mia madre e l’avvenire di mio fratello. Intanto la ringrazio dal profondo del cuore di tutto quello che ha fatto per me. Spero di tornare presto, e allora, passata questa terribile tempesta. Iddio vorrà farmi la grazia di darmi il modo di dimostrarle meglio la mia riconoscenza e il mio caldo e sincerissimo affetto filiale. Nessuno più di me Io creda, cavaliere, ha ammirato la sua operosità, il suo ingegno, la sua tenacia, il suo volere.

Dal fronte, come combattente, non potrei scrivere articoli e corrispondenze in forme giornalistiche. Però scriverò a mia madre qualche