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spirito così alto e illuminato, sarà uno dei miei conforti migliori.
Di tante cose che vorrei dirle, una sola non voglio tralasciare: raccomando alla sua bontà mia madre, che mi si è palesata in questi giorni una donna sublime. Chiamerei spartana la sua intrepidezza, se non sapessi che cristiana dice infinitamente di più. Forse essa verrà presto a Pisa, per genuflettersi dinanzi a Lei e per dirle da parte mia a voce quello che io stesso non saprei scrivendo.
Si degni. Eminenza, d’impartirmi la sua alta benedizione, e creda alla venerazione sconfinata, all’amore fedelissimo, all’ossequio immutabile del suo obbedientissimo
Giosuè Borsi.
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Al cav. Alceste Cristofanini - Pisa.
30 Agosto 1915.
- Carissimo signor Alceste,
parto stasera per la guerra, dietro a un ordine improvviso. Vado sull’Alto Isonzo, a